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Presentazione del critico Carlo Milic

Alla ricerca della realtà:
Percorsi - tracce

L'opera d'arte credevo una volta
che fosse scatto, nervi, improvvisazione;
invece ora mi accorgo che è pazienza:
rifare, riudire, ritornare sempre senza
insistenza, senza sorpassi di tempo (1917).

Arturo Martini, lettere, Treviso, 1954.

Ai pittori, che del gesto (che diviene pura traccia) hanno fatto strumento insostituibile per assimilare rapidamente l'immagine, auguro una prima educazione espressionista e romantica. Nella conoscenza infattti dell'intelaiatura, che costruisce la composizione, risiede il nerbo della materia rappresentativa, ora motivo di esperienza ed espressione, infine di liberazione.

Per governare il segno, che oltre l'immagine rintraccia quanto era di sostanza terrena, utile per inventariare volta per volta i frammenti del rapporto costante tra artista e materia - realtà. Per la pittura di percorso gestuale diviene quindi tempo d'azione fondamentale l'attimo dell'immersione entro le alternative proposte dalle tante trame possibili: del pari essenziale sarà la scelta del ventaglio di gamme cromatiche da porre in associazione/frizione. Tali fasi concertano così un processo che assorbe la sua forza dalle radici della carica disintegrativa della quotidiana esperienza.

Perciò dai dati di un reale, già riconfuso nell'emozione soggettiva, l'artista estrae i germi della liberazione del sentimento della sua irrequietezza; ma non si tratterà di abbandonarsi ad un'evocazione fantastica, che è pure evocazione e "forma" della realtà psichica ed onirica. Piuttosto varrà ad individuare l'itinerario salvifico diretto a creare un varco agibile per interpretare il ritmo vorticoso dell'esistenza.

Ivan Toller fa periodare il suo segno entro superfici di materia ora assorbente, ora di evanescente apparenza superficiale: così il gesto ora penetra nel magma profondo della materia latente, in attesa cioè di venir "formata", arricchita quindi dall'immagine che vi è contenuta; come altre volte lo stesso segno pare scivolar via, attribuire sostanza ad un'epidermide del tutto illusoria, colorata da una tinta "autre", del tutto estranea, sintomo soltanto di uno spazio che l'artista ha voluto delimitare per giocarvi una partita che per esito ha la traccia dell'impronta, dei margini narrativi evocati dalla materia per indicare la memoria di un evento umano.

Perciò intenzionalmente va evitata la collocazione di Toller nella dimensione della pittura "autre": altra, diversa, estranea non sono certamente aggettivi adatti a descrivere infatti "l'espressione" che matura l'immagine. Piuttosto non si trova difficoltà a decifrare nella sua pittura una matrice di figurazione ben individuabile: la forma, talvolta embrionale, poggiata su quel fondo che sottrae il senso dell'atmosfera all'opera, non abbandona però la dichiarata origine della sua natura.

Il processo di astrazione, che diviene percorso soggettivo, quindi subisce l'opportunità essenziale di risalire nella composizione ai dati che i sensi esperiscono. Più che astrazione dunque appare consono registrare l'azione dell'artista, rivolta ad addentrarsi nella sostanza sensibile dell'oggetto.

Più che diversione dall'immagine naturale, è logico indicare tale reversione in atto.

Dal fondo, che riflette l'infinito (ed in questo ravvisa comunque il cosciente completamento della materia uniforme, omogenea, chiusa nella sua assoluta presenza) e per il segno reagisce come piano di assorbimento o rigetto, echeggia il tono che orienta i ritmo stesso nell'incedere della traccia pittorica; il segno svirgola rapido o frena in "taches", fa spessore o offre l'intuito della materia nel colore: nella tessitura, che così assume diversa parvenza a seconda dell'esuberanza del gesto, traspare il desiderio di fissare "...un approdo dentro di noi, profondità che si perpetua in sè stessa, come il tempo si prolunga e si disperde nel tempo, carica quotidianamente disintegrativa della quotidiana esistenza..." (M. Calvesi).

Così al colore è esatto attribuire il peso che lo conduce oltre: non più tono, rapporto, ma pura qualità - quantità organica. Realtà e immagine sono allora, nel processo pittorico, tutto un divenire.

Dalla realtà Toller sa cogliere un modello di trascrizione espressiva, che è autentica aspirazione a diramare la propria partecipazione vitale in una gamma di ipotesi più estesa ed attuale, è l'intenzione di una scelta pittorica felicemente singolare. Importante per l'artista agire senza insistenza, senza sorpassi di tempo; soltanto in tale situazione gli riuscirà profiquo continuare il percorso che lo porterà a far scaturire nuove, imprevedibili soluzioni.

Carlo Milic

Trieste, 14 settembre 1996.

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